Prendete una foresta, un bosco, magari uno di quelli in cui da piccoli e da piccole avete visitato per qualche scampagnata. Intorno a voi c’erano alberi, muschi, cespugli, piante in generale di un certo tipo. Ora immaginate che tutte le specie vegetali che avevate imparato a riconoscere vengano lentamente sostituite da piante “straniere”, arrivate anche da molto lontano. È quanto sta accadendo nel nostro ecosistema e a rivelarlo è uno studio scientifico, pubblicato dalla rivista Plants all’inizio del 2024, che offre un aggiornamento sui più recenti “invasori verdi” in Italia e in Europa. Per ottenere questi risultati è stata fatta una collaborazione fra ricercatori e ricercatrici di tutta Italia, con Carmelo Maria Musarella e Valentina Lucia Astrid Laface, come primi nomi a guida del lavoro, del dipartimento di Agraria dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria.
Questo studio non solo aggiorna il numero delle specie aliene vegetali ma offre anche delle stime della copertura locale delle specie aliene in 12 regioni italiane: Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Liguria, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria e Trentino Alto Adige. Il fenomeno delle specie vegetali aliene è in crescita e l’introduzione di piante non native, cioè originarie di altri continenti, sta raggiungendo dimensioni rilevanti con implicazioni tanto per l’ecologia quanto per l’economia.
La situazione italiana
Un aspetto affascinante e preoccupante che emerge dallo studio è legato all’Italia: il nostro Paese è particolarmente vulnerabile a questi fenomeni a causa della sua posizione geografica e della varietà di climi. Le nuove introduzioni di piante aliene, che, secondo i dati aggiornati, sono ormai numerose e in crescita, minacciano la flora autoctona, poiché molte di queste specie si adattano bene alle condizioni locali e possono facilmente sottrarre spazio e risorse alle piante native.
Le regioni italiane più colpite sono quelle del Nord, dove si osserva una maggiore concentrazione di specie aliene, spesso legate al trasporto di merci o alla diffusione accidentale.
Per conoscere se le piante e gli alberi che ti circondano sono autoctoni, casuali, alieni o altro, è possibile consultare il Portale della Flora Italiana, una risorsa ricca di informazioni dettagliate sulla vegetazione del territorio italiano.
Anche in Europa la situazione è la stessa
Ma non è solo l’Italia ad affrontare questa sfida. Lo studio rivela che l’intera Europa sta assistendo a un incremento delle specie vegetali aliene, con paesi come Spagna, Francia e Germania che registrano anch'essi un aumento significativo di nuove introduzioni. Alcune di queste piante, provenienti dall’Asia o dalle Americhe, trovano condizioni favorevoli nelle aree temperate e mediterranee, stabilendo così delle popolazioni alloctone. In alcuni casi, come in Francia, il fenomeno è stato facilitato dal cambiamento climatico, che sta alterando le stagioni e creando condizioni ideali per la crescita di queste nuove specie.
Come scrivono gli autori, “l'attuale ammontare della flora alloctona italiana di 1.659 taxa specifici e sottospecifici (esclusi i taxa segnalati per errore, le specie dubbie, i dati carenti, i record storici e gli estinti) è aggiornato a 1.666 grazie ai nuovi record presentati in questo studio. Dei sette nuovi record per la flora alloctona italiana, due sono nuovi per l'Europa (Bauhinia variegata L., Pinus elliottii Engelm.), uno per l'Europa continentale (Persicaria senegalensis (Meisn.) Soják), tre per l'Italia (Bauhinia purpurea L., Citrullus amarus Schrad., Cytisus proliferus L.f. subsp. proliferus) e uno per la penisola italiana (Portulacaria afra Jacq.)”.
I ricercatori hanno utilizzato una combinazione di analisi sul campo e tecniche di tracciamento botanico per identificare le nuove specie, monitorando la loro diffusione e studiando gli effetti sugli ecosistemi locali. Hanno anche fatto ricorso a modelli di distribuzione, che permettono di prevedere l’espansione di queste piante aliene e di valutare il rischio che diventino invasive. Il risultato è una panoramica dettagliata di un fenomeno in crescita, che dovrebbe richiedere la collaborazione tra paesi europei per proteggere la nostra biodiversità.