I cani addomesticati stanno modificando i comportamenti dei lupi

Nov 2024 – Antonio Massariolo

In un mondo in cui l’equilibrio tra natura e intervento antropico diventa sempre più fragile, è fondamentale capire come le azioni umane interferiscono con ciò che potremmo definire naturale. Nel caso dello studio di cui parliamo l’aggettivo più corretto sarebbe “selvatico”. Stiamo parlando della ricerca uscita su Springer Nature che analizza come i cani interagiscono, o per meglio dire si ibridano, con i lupi.

L’ibridazione è un processo naturale che può portare al trasferimento permanente di informazioni genetiche tra specie o popolazioni geneticamente differenti e spesso si traduce in risultati evolutivi positivi. Questa però, come vediamo, non è solamente naturale ma può essere anche favorita dall’impatto e dall’interferenza umana. In questo caso si chiama ibridazione antropogenica, ed avviene, ad esempio, attraverso la perdita o la frammentazione dell’habitat o l’introduzione di specie esotiche o domestiche. 

Lo studio 

Lo studio intitolato A first exploratory comparison of the behaviour of wolves (Canis lupus) and wolf-dog hybrids in captivity, ha proprio analizzato questi aspetti in una specie che è  particolarmente vulnerabile all’ibridazione antropica. Questo è il lupo grigio: il lontano antenato del nostro cane. Lontano ma non lontanissimo, in quanto, in termini evolutivi, la divergenza tra lupi e cani domestici (Canis lupus familiaris) è un fenomeno relativamente recente rispetto alla storia della Terra, risalente a circa 40.000 anni fa.

L’ibridazione inoltre, come ricordano gli stessi ricercatori, potrebbe essere piuttosto comune, soprattutto nelle aree con alti gradi di simpatria, cioè in quelle zone dove sono presenti entrambe le specie ed è possibile il contatto tra di loro.

Sappiamo che l’entità degli incroci e dell’introgressione delle varianti genetiche del cane nelle popolazioni di lupi è ancora in gran parte sconosciuta. Probabilmente è antica quanto la domesticazione stessa ma studi recenti indicano che questa potrebbe essere in aumento in alcune popolazioni di lupi europee. Le indagini genetiche infatti hanno dimostrato che la percentuale di individui mescolati nelle popolazioni di lupi può arrivare fino al 50-70% nei paesaggi modificati dall’uomo. Questa è una percentuale che varia chiaramente a seconda delle regioni e della densità umana, ma la tendenza è in crescita in molte aree del continente. È per questo che l’ibridazione lupo-cane è definita dagli autori dello studio “una delle minacce più rilevanti per i lupi in tutta Europa”.

Il rischio ibridazione

L’ibridazione, come spiegano gli autori dello studio, comporta sia una serie di rischi genetici che comportamentali. Quando le popolazioni di animali selvatici, come i lupi, si mescolano geneticamente con specie addomesticate, si innesca un processo chiamato introgressione che introduce nei geni del lupo tratti selezionati dall’uomo per scopi addomesticativi, come la docilità o la socievolezza verso l’uomo. Sebbene l’ibridazione naturale sia stata una forza evolutiva importante nel corso della storia, l’ibridazione antropogenica rappresenta una minaccia poiché trasferisce nei lupi tratti spesso poco adatti alla vita selvatica.

Gli autori mettono in evidenza che c’è una mancanza di informazioni sui cambiamenti comportamentali nei lupi che potrebbero essere collegati all’introgressione di varianti del gene del cane. Tuttavia, recenti studi genomici suggeriscono che anche livelli minimi di introgressione del cane possono avere effetti importanti sulla funzione cerebrale e sul comportamento nei lupi ed è per questo che è fondamentale comprendere se e in che modo la commistione con il cane sia collegata ai cambiamenti comportamentali nei lupi selvatici.

Tra questi cambiamenti di comportamento il più pericoloso, è quello della relazione dei lupi con altre specie, tra cui noi esseri umani. Un fattore di certo non banale e rilevante dal punto di vista gestionale, poiché la variazione nel comportamento dei lupi mescolati nei confronti degli umani può aumentare la complessità intrinseca della gestione delle relazioni lupo-umano. Ad oggi però, come abbiamo visto, non ci sono studi che valutino gli effetti comportamentali dell’introgressione dei cani nei lupi.

“Il problema – spiega uno degli autori principali – è che i geni del cane non sono adattivi per un lupo selvatico. Per i lupi è vitale mantenere un livello di diffidenza verso gli esseri umani e difendere i propri territori, comportamenti che vengono influenzati negativamente dall’introgressione di geni canini”. Gli autori ritengono che, nel lungo periodo, la crescente ibridazione possa ridurre la capacità di sopravvivenza dei lupi in natura e compromettere il loro ruolo ecologico di predatori di vertice.

La metodologia

Per studiare come l’ibridazione tra cani e lupi influenzi quest’ultimi, i ricercatori hanno studiato due gruppi di lupi ibridi e uno di lupi puri, tutti mantenuti in ambienti di cattività in Italia e Germania. La ricerca è andata avanti da aprile e maggio 2022, per il primo gruppo, mentre il secondo gruppo è stato analizzato ad ottobre e novembre 2022, mentre un altro gruppo di lupi da gennaio a maggio 2022.

Il primo gruppo di studio includeva sei maschi misti ospitati nell’area faunistica della Riserva naturale regionale Lago di Penne e gli individui studiati erano fratelli di 5 anni catturati nel 2017, nel Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, in Italia, quando avevano circa 20 giorni. 

Il secondo gruppo includeva cinque femmine miste ospitate nel Parco faunistico del Monte Amiata e provenivano da cucciolate diverse.

È stato studiato anche un terzo gruppo di lupi, questa volta 14 esemplari di Hudson (Canis lupus hudsonicus), una sottospecie del lupo grigio, ospitati allo zoo di Osnabrück, in Germania. Lo studio si è concentrato principalmente su tre aspetti principali: la reazione agli estranei umani, l’interazione con oggetti nuovi e la coesione all’interno del branco.

Gli esperimenti

Durante l’esperimento, i lupi sono stati osservati mentre venivano esposti a un estraneo umano. Gli esemplari puri hanno dimostrato comportamenti di difesa, rimanendo vigili, mostrando segni di paura o atteggiamenti aggressivi verso l’estraneo, senza tentare alcuna interazione. Gli ibridi, invece, si sono dimostrati meno diffidenti: alcuni si sono avvicinati, senza segni di ostilità o paura. Questa differenza, spiegano i ricercatori, può derivare proprio dall’influenza dei geni canini che riducono la neofobia verso gli umani.

C’è stato poi lo studio dell’interazione con degli oggetti. Le prove duravano 20 minuti e iniziavano quando il nuovo oggetto veniva introdotto nel recinto, in un'area frequentemente visitata dai membri del gruppo. Per ogni gruppo i ricercatori hanno condotto quattro prove (con un intervallo di almeno tre giorni tra due prove consecutive), alternando due oggetti diversi come ad esempio una palla gonfiabile e un kettlebell. In questo caso i lupi puri si sono avvicinati per esplorare e interagire, mantenendo una distanza prudente. Gli ibridi, invece, sono rimasti meno curiosi e più cauti rispetto agli oggetti nuovi.

Infine, è stata osservata la coesione sociale tra gli individui. I lupi puri formano gruppi fortemente coesi, caratterizzati da frequenti interazioni sociali, grooming, cioè la pratica di pulirsi a vicenda e giochi. Gli ibridi, al contrario, hanno mostrato legami più deboli, con interazioni sociali molto limitate rispetto ai lupi puri. Dallo studio quindi, si può ipotizzare che l’introgressione genetica canina influenzi anche il legame sociale nel branco, riducendo la coesione e modificando i rapporti tra gli individui.

Le implicazioni 

Dallo studio possiamo evincere che ci siano differenze comportamentali nel modo in cui lupi e lupi misti reagiscono a umani non familiari e nuovi oggetti, e nella coesione delle loro reti sociali. Questo comporta la necessità di creare un ragionamento condiviso e stabile sulla gestione stessa dei lupi, in particolare nelle aree dove la presenza di cani randagi rende l’ibridazione più frequente. Sappiamo che gli ibridi lupo-cane sono meno pericolosi per l’uomo, ma lo studio ci mette davanti al fatto che la loro presenza in natura potrebbe essere dannosa non solo per i lupi puri, ma anche per l’ecosistema. I lupi, infatti, svolgono un ruolo fondamentale nell’equilibrio naturale, aiutando a controllare le popolazioni di erbivori e mantenendo la salute delle foreste.

Se i tratti genetici dei cani si diffondessero nella popolazione dei lupi, questi ultimi potrebbero perdere la loro efficacia come predatori e modificare le loro abitudini alimentari e territoriali. È per questo che gli autori della ricerca sottolineano l’importanza e la necessità di avere nuove politiche di conservazione che considerino l’ibridazione lupo-cane come una questione cruciale. 

I risultati, come dichiarato dagli stessi autori devono essere però presi con cautela, a causa di diverse limitazioni importanti. In primis il campione di studio era limitato a soli due gruppi misti e un gruppo di lupi. Idealmente per uno studio del genere sarebbe necessario confrontare lupi e individui misti con esperienze di vita rigorosamente controllate o che vivono allo stato brado. Una situazione che difficilmente potrà essere effettuata e che avrebbe delle implicazioni etiche rilevanti. Inoltre, sempre i ricercatori, mettono in luce che i lupi, come gli individui misti, sono nati e ospitati in uno zoo, dove sono stati regolarmente esposti a custodi e visitatori fin da piccoli, anche più frequentemente dei lupi misti.

La seconda importante limitazione dello studio è che i risultati potrebbero non essere generalizzabili a tutti i casi di mescolanza di cani, perché diverse razze di cani sono in parte caratterizzate da diversi tratti comportamentali. Infine le strutture in cui sono stati svolti gli esperimenti non consentivano agli individui di essere separati durante i compiti e quindi è possibile che i lupi potessero mostrare risposte diverse verso diversi stimoli se testati da soli. Lo studio di Federica Amici, Simone Meacci, Emmeline Caray, Linda Oña, Katja Liebal e Paolo Ciucci però è un inizio importante per una migliore comprensione di come l'ibridazione antropica potrebbe influenzare il comportamento del lupo.

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