Giardini storici: uno scrigno di identità da tutelare

Jul 2025 – Antonio Massariolo

Uno degli obiettivi principali del National Biodiversity Future Center è quello di conservare, ripristinare, monitorare e valorizzare la biodiversità italiana e mediterranea. Analizzarla, comprenderla e proteggerla serve anche a capire chi siamo e da dove proveniamo. Ci sono degli hotspot antropici che, a livello di comprensione sociale della nostra specie, sono fondamentali. Sono i giardini storici, luoghi ricchi di storia e cultura. Abbiamo già analizzato a fondo il giardino della Certosa di Calci, ma ora un ulteriore studio, finanziato da NBFC, ci fa capire ancora di più l’importanza dei giardini storici.

Questi rappresentano una delle forme più ricche e complesse del nostro patrimonio culturale. Non sono soltanto spazi verdi legati alla bellezza estetica o alla memoria di epoche passate, ma di vere e proprie architetture viventi in cui si intrecciano storia, arte e natura. Nonostante ciò, la loro comprensione e, soprattutto, la loro protezione anche dal punto di vista legislativo, spesso latita.

Lo studio condotto da Zohreh Hosseini, Flavia Bartoli, Maria Antonietta Pontrandolfi e Giulia Caneva dell’Università Roma Tre e del CNR, affronta proprio questo vuoto, analizzando la letteratura scientifica internazionale, le convenzioni UNESCO e le legislazioni nazionali per comprendere come viene definito, tutelato e valorizzato il giardino storico.

Quando un giardino diventa “storico”?

Storicamente, i giardini erano luoghi che andavano ben oltre a dei semplici spazi coltivati. Rappresentavano, infatti, dei luoghi estremamente simbolici, quasi sacri. Dai giardini persiani a quelli romani, dai chiostri medievali alle ville rinascimentali, la forma del giardino ha sempre riflesso valori culturali e religiosi. 

Il documento più importante in materia di giardini storici è datato 1982 ed è la Carta di Firenze. Secondo la Carta internazionale per la conservazione e la gestione dei giardini storici, il giardino storico è “una composizione architettonica e vegetale di interesse pubblico, dal punto di vista storico o artistico”. Si tratta quindi di un “monumento vivente”, soggetto a cambiamenti e deperibilità, che richiede regole di conservazione specifiche.

Dove sono le convenzioni che proteggono i giardini storici?

Abbiamo capito come i giardini storici siano decisamente importanti non solo dal punto di vista botanico, ma anche da quello culturale. Nonostante ciò, lo studio mette in luce come siano solo 6 i documenti internazionali, su 61 esaminati, che citano esplicitamente i giardini storici. E solo uno, la già citata Carta di Firenze, ne dà veramente una definizione chiara e dettagliata. Anche sul piano legislativo la situazione è piuttosto disomogenea: su 197 Stati membri dell’UNESCO, solo il 7% dispone di una categoria giuridica esplicita per i giardini storici. Gli altri li assimilano a siti archeologici, paesaggi culturali o beni architettonici, spesso diluendone l’identità specifica.

La situazione europea

In Europa, ad oggi, sono solo 14 i Paesi che offrono un riconoscimento legislativo chiaro di che cos’è un giardino storico. Ma anche in questi casi, i criteri sono disparati: alcuni si basano sull’età di questi giardini, altri sui valori artistici, estetici o architettonici. Solamente quattro Paesi invece includono esplicitamente il valore botanico tra i criteri di riconoscimento.

La botanica è spesso considerata un accessorio

Lo studio mette in evidenza come proprio il valore botanico del giardino sia spesso considerato in modo accessorio. In pratica, viene visto solo come un aspetto puramente estetico piante considerate come degli elementi puramente ornamentali. 

Sappiamo, invece, , anche grazie ai già citati studi, che sono proprio le piante a raccontarci usi, costumi e culture dell’epoca. Ogni giardino ha una sua chiara identità storica ela scelta e la disposizione di ogni pianta hanno un significato, sia botanico che culturale.

Lo studio propone un modello interpretativo che unisce tre dimensioni diverse per valutare un giardino storico. Queste devono basarsi su valori storici, su valori artistico-estetici e su valori botanici e solamente quando queste tre componenti vengono prese nel loro insieme allora si può parlare con certezza di giardino storico. 

Lo studio, inoltre, confronta le diverse prospettive tra leggi e letteratura scientifica. Mentre le normative nazionali enfatizzano soprattutto i valori storici e artistici, la letteratura attribuisce crescente importanza anche agli aspetti sociali. I giardini storici sono infatti pregni di memoria collettiva e di significati simbolici.

I giardini storici non sono semplici contenitori di bellezza estetica ma  sono vere testimonianze di cultura. C’è un però: la mancanza di una definizione condivisa e l’assenza di riferimenti precisi a elementi botanici rischiano di compromettere la loro autentica conservazione.

I ricercatori auspicano una revisione delle convenzioni internazionali e dei quadri giuridici nazionali. Solo in questo modo, si legge nello studio, il valore botanico può essere riconosciuto come elemento fondante dell’identità di un giardino storico.

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