Dal sottobosco alla farmacia: le proprietà del Leccinum scabrum

Jul 2025 – Benedetta Pagni

In un’epoca in cui resistenze batteriche e diete sbilanciate sono tra le principali minacce per la salute pubblica, la risposta potrebbe arrivare… Dal sottobosco. Uno studio coordinato da ricercatori italiani, con funghi raccolti tra Biellorussia e Polonia e pubblicato sulla rivista Mycology ha analizzato le proprietà nutrizionali e antimicrobiche del Leccinum scabrum, un fungo commestibile che cresce spontaneamente nei boschi dell’Europa centro-orientale. 

Dalle apparenze un porcino slanciato e affusolato, il L. scabrum è un fungo ricco di elementi nutrizionali come proteine, fibre, aminoacidi e acidi grassi polinsaturi benefici. Ma anche vitamine, sali minerali e sostanze antimicrobiche, capaci di contrastare batteri patogeni come Listeria monocytogenes ed Escherichia coli. Una promessa concreta, dunque, per un’alimentazione sana e una nuova frontiera nella ricerca di composti naturali alternativi agli antibiotici. “Considerando l’attuale problema della resistenza agli antibiotici di alcuni batteri patogeni per l’uomo e l’urgenza di trovare nuovi composti bioattivi naturali per combattere questo problema, il presente lavoro fornisce dati sulla composizione chimica di L. scabrum e sull’attività antibatterica dei suoi estratti” scrivono gli autori.

Perché è importante studiare anche i funghi

L’interesse per i funghi commestibili e medicinali non è una tendenza del momento. Sono stati utilizzati per secoli nella medicina orientale, in particolare quella cinese. Da anni il mondo scientifico occidentale si interroga sugli effetti – benefici o no – di questi organismi. Secondo il ricercatore Solomon Wasser, “si ritiene che circa 130 funzioni medicinali siano prodotte dai funghi e dalle piante medicinali, tra cui: effetti antitumorali, immunomodulanti, antiossidanti, antiradicali, cardiovascolari, anti-ipercolesterolemia, antivirali, antibatterici, antiparassitari, antimicotici, disintossicanti, epato-protettivi, antidiabetici e altri”.

Molte di queste proprietà sono prodotte dai funghi appartenenti alla classe Basidiomiceti, a cui appartiene anche L. scabrum. Quest’ultimo – noto anche come porcinello grigio, beola, leccino e in molti altri modi –  è tradizionalmente consumato in Europa dell’Est e nei Paesi nordici. I campioni raccolti dal team di ricerca provengono dalla foresta di Bialowieza, al confine fra la Polonia e la Biellorussia, una foresta vergine patrimonio dell’Unesco e conosciuta per i suoi bisonti.

Tra nutrienti e difesa antimicrobica

Analizzando la composizione chimica del fungo, i ricercatori hanno scoperto che contiene elevate quantità di proteine (oltre il 31%), carboidrati complessi, fibre alimentari e una gamma completa di aminoacidi liberi, tra cui acido glutammico, alanina e arginina. Non mancano poi vitamine del gruppo B e minerali essenziali come potassio, fosforo, magnesio e zinco. Dal punto di vista nutrizionale, questo fungo supera in alcuni parametri persino alimenti noti come grana, uova e patate.

Oltre all’aspetto nutrizionale, c’è anche quello farmacologico, tramite test antibatterici per valutare l’effetto di alcuni principi attivi del fungo. I ricercatori hanno estratto questi composti con due tecniche innovative: l’estrazione assistita a ultrasuoni (ultrasound-assisted extraction UAE) e a microonde (microwave-assisted extraction MAE), entrambe a base di acqua. “Inoltre, essendo noto che i metodi convenzionali di estrazione dei metaboliti secondari da fonti natural, i richiedono solitamente lunghi tempi di estrazione e grandi quantità di solventi organici, sono state applicate le innovative tecniche MAE e UAE per superare questi inconvenienti ed estrarre efficacemente i composti bioattivi dalla polvere di L. scabrum” spiegano i ricercatori.

Gli estratti così ottenuti sono stati testati su quattro batteri patogeni: Listeria monocytogenes, Staphylococcus aureus, Salmonella enterica e Escherichia coli. I risultati hanno mostrato che entrambi gli estratti possiedono attività antimicrobica, ma il metodo MAE è risultato più efficace, in particolare contro Listeria ed E. coli, due batteri problematici in ambito alimentare e sanitario. 
“I risultati riportati nel presente studio dimostrano che L. scabrum può essere considerata una valida fonte di nutrienti importanti per bilanciare la dieta quotidiana – spiegano gli autori dello studio – Il suo contenuto di minerali, carboidrati e proteine, il suo valore energetico e l’elevata presenza di acidi grassi monoinsaturi potrebbero esercitare importanti benefici sulla salute umana. Inoltre, l’attività antimicrobica degli estratti acquosi di L. scabrum, contro quattro dei più comuni batteri patogeni per l’uomo, rende questo fungo una potenziale fonte di composti antimicrobici naturali come alternativa agli antibiotici, aprendo importanti prospettive terapeutiche”.

In un momento in cui le risorse naturali vanno tutelate e valorizzate, questo studio dimostra che la biodiversità non è solo bellezza o ricchezza ecologica, ma può diventare anche uno strumento concreto per la salute pubblica. Dal bosco alla tavola, passando per il laboratorio, i funghi come Leccinum scabrum ricordano che le soluzioni del futuro potrebbero avere radici ben piantate nella terra.

In un mondo in cui la biodiversità è sotto attacco e la resistenza agli antibiotici è in crescita, la ricerca di soluzioni naturali e sostenibili è fondamentale. Studiare i funghi come questo significa valorizzare la biodiversità locale, ridurre la dipendenza da prodotti sintetici e rispondere con strumenti ecologici a problemi globali. Inoltre, valorizzare le risorse naturali del territorio può generare nuove opportunità economiche sostenibili.

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